Alfredo M. Bonanno
Lezioni (fuori luogo) di filosofia. Parma

Pensiero e azione – 28
2014, pagine 336
euro 20,00

Il 23 marzo 1980 vengo arrestato a Catania e portato a Parma. Dopo alcuni mesi di isolamento vengo messo in in una cella normale, sempre da solo, e ho la possibilità di vedere alcuni detenuti che, avendo di già saputo della mia laurea in filosofia, mi chiedono di fare loro delle lezioni. Veniamo autorizzati a riunirci nella sala giochi e di utilizzare il tavolo da ping pong per appoggiare i nostri libri e per prendere appunti. La direzione impone all’inizio la presenza di un educatore, dopo qualche lezione questa persona scompare e possiamo restare da soli.
Le mie ricerche, in quell’inizio del 1980, vertevano sul rapporto tra Spazio e Capitale, quindi spesso è proprio questa la tematica che fornisce l’occasione del discorso, come pure della scelta di testi da leggere. La struttura delle lezioni era costituita da un mio intervento iniziale, dalla lettura di alcune pagine dei testi a nostra disposizione, da una discussione e dai miei interventi conclusivi.
Non essendo consentito l’uso del registratore non ho il resoconto dei dibatti che si sono succeduti dopo la lettura dei testi alla fine di ogni lezione, ma soltanto le tracce succinte dei miei interventi esplicativi, nella maggior parte dei casi ricostruite attraverso appunti stenografici a distanza di tanto tempo [1998] quasi indecifrabili.

Alfredo M. Bonanno
Lezioni (fuori luogo) di filosofia. Bergamo

Pensiero e azione – 27
2014, rilegato in tela, pagine 352
euro 20,00

Queste lezioni (fuori luogo) di filosofia sono state da me tenute, durante la mia permanenza nel carcere di Bergamo, ad alcuni compagni di detenzione.
Come sempre mi è capitato, anche a Bergamo, non appena i detenuti vennero a conoscenza della mia laurea in filosofia, mi chiesero subito se potevo fare loro alcune lezioni. Si può dire che non c’è stato carcere, tra le decine dove ho scontato i miei tanti periodi di condanna, dove non abbia ricevuto questa richiesta. Pure avendo una laurea in economia nessuno mi ha mai chiesto di fare qualche lezione di economia. Bisognerebbe riflettere su questa stranezza. Autorizzate dalla direzione, ma senza la presenza di un educatore, come invece è previsto dal regolamento, i partecipanti erano in tutto sei, me compreso. La struttura delle lezioni era semplice: un intervento preventivo mio seguito dalla lettura di un testo e dal dibattito chiuso da un commento mio. Qui non mi è possibile dar conto del dibattito perché in carcere non avevano autorizzato la registrazione delle lezioni.
Questo è tutto. Dei risultati è inutile parlare, non li conosco. Il mio sforzo l’ho fatto con passione e interesse e, per quel che mi riguarda, mi è stato utile per le mie ricerche, spero che anche qualcosa sia rimasta negli altri cuori, costretti all’atroce tortura della reclusione.

Alfredo M. Bonanno
Autogestione e anarchismo Terza edizione riveduta e corretta con l’aggiunta delle Annotazioni di Amfissa

Pensiero e azione – 26
2014, 3a edizione, rilegato in tela, pagine 336
euro 20,00

A lungo andare, il percorso della parola riesce a delineare sullo sfondo indicazioni improvvise, capaci di fare esplodere l’assenza, non sono semplici ampliamenti della memoria, ma luci e riflessi che riecheggiano, in modulazioni e movimenti contraddittori e spazi impensabili, il dire di fondo, il muoversi costante e creativo della parola rammemorante. Il tempo allungandosi getta ombre che coprono le possibilità di comprensione, fatti sfumano e si confondono, richiedono nuova linfa interpretativa. Non sempre è possibile evitare riflessi che ingannano anche l’orecchio e l’occhio più esercitati. Uno scarto, a volte consistente, a volte quasi minimo, tale da perdersi nell’interstizio del ricordo giacendo incompreso. Questo scarto è cambiamento profondo
Non ho cercato di metterci una medicazione, la cattiva coscienza è uno dei camminamenti di disturbo della ferrea custodia del controllo, e forse in molti casi non è neanche volontaria, ma a volte compare improvvisamente la considerevole consistenza di un vagito, un fremito di ali, un calore di sole cocente sulla faccia coperta da un velo leggero, un presente che non vuole ammettere il passato che si difende dichiarando ostracismo e fissando vendette.
La volontà di attaccare, di sgominare il nemico, torna a dominare e il suono si fa ancora più prossimo. La stessa incomprensione è desiderio, qualcosa che venero perché preservato da quella condizione degradante che chiamo chiarezza a portata di mano. Libero in questo modo il mondo dalla sua sufficienza ovattata e lo pongo nuovamente in una dimensione che esclude la limitazione, che cancella tutto quello che limita. Profano con le mie scarpe infangate, e da allora mai pulite, tutto ciò che propone sacralità e l’illimitatezza non profanabile.
La lotta e la pietà che pretende gestire la conoscenza non si sposano facilmente. La parola è un’arma che viene a volte gestita con pietà, in modo maldestro e sciocco. Danzare con le parole, farle apparire leggere e diafane, quando possono anche essere pesanti e mortali, vuole dire accreditare loro una funzione che esercitano solo per conto dell’imbroglio, di chi gestisce il potere. Certe sfumature possono starci nelle parole e così venire raccolte, ma non si tratta di fervore dissacratorio, solo trascurabili raffinatezze. Volere essere inumani con le parole non è difficile, alla fine si tratta di strillare di più, ma è faccenda per spiriti deboli, addentrarsi invece nella loro possibile oscurità è altra questione, qui si sollevano di colpo vertiginose profondità che nessuno aveva mai sospettato, senza con questo indicare la strada per arrivare fino in fondo. La rigidezza e il completamento non sono stimoli per l’uso del dire, solo titubanze.
Contenuto del volume:
Introduzioni – Il concetto di autogestione – Autonomia e autogestione – La lotta per l’autogestione – Anarchismo e autogestione – La controparte – L’ideologia della produzione – Lotta di classe e autogestione – Autogestione e scelte economiche – Autogestione anarchica – Autogestione e dominio reale del capitale – Spazio e capitale – La lotta della LIP – Teorie sull’autogestione – Annotazioni di Amfissa

Alfredo M. Bonanno
Il cristianesimo delle origini Dalla condanna alla giustificazione della ricchezza

Pensiero e azione – 25
2014, rilegato in tela, pagine 336
euro 20,00

Nel cristianesimo primitivo c’era una vitalità che non ricomparirà mai più, non si trattava di condizioni di lotta o di pericolo che si dovevano affrontare prima del riconoscimento ufficiale e della conquista del potere, ma si trattava di idee, di progetti, di amore fraterno, di misericordia e di pietà, tutte qualità che verranno sommerse dalle procedure burocratiche, dall’autorità ecclesiale, dalle decisioni teologiche dei vari Concilii, da una frammentazione compartimentale che a volte rasentava lo sfruttamento dei più miseri da parte dei più forti se non la riduzione in servitù in nome del comune ideale cristiano.
Più che studiare quello che è diventato bisogna capire quello che era alle origini il cristianesimo, un’eresia ebraica radicale e pericolosa per gli equilibri precari di potere dell’epoca e per il messaggio comunista e contrario alla ricchezza che esso portava ai miseri della Palestina, oppressa allo stesso modo in cui lo è oggi. La catalessi del potere non riusciva a desiderare che lo statu quo, questa eresia predicava la messa in comune dei beni di coloro che entravano nella comunità. Di più, essa non accettava di farsi strumento del dominio ma proponeva una divisione – forse tarda, anzi quasi certamente dovuta all’influsso del militante Paolo – ma presente fin dall’inizio nella tendenza a vivere appartati, a non mischiarsi con gli intrighi dei sacerdoti dominanti.
Dalla parte dei poveri non può collocarsi il potere, né re né sacerdoti, solo visionari, utopisti, eretici. La mostruosità delle teste dirigenti non ha tempo né voglia per guardare in basso, essa è orgogliosamente certa di sé, energica, militarmente in grado di spegnere nel sangue qualunque accenno di diversità. Invece il cristianesimo primitivo andava in cerca di questa diversità., la consegnava al futuro, la proponeva al destino, a un regno diverso, quello dei cieli, metafora pudica e accattivate, comunque in grado – nella sua inconsistenza pragmatica – di dare corpo alla dignità del povero, a farlo sentire pronto a considerarsi portare di un valore.
Contenuto del volume
Introduzione – Introduzione al pensiero economico greco – Il pensiero economico greco dalle origini a Socrate – Le origini del cristianesimo e il problema della ricchezza

Alfredo M. Bonanno
La rivoluzione illogica Seconda edizione riveduta e corretta con l’aggiunta di Del fare e dell’agire

Pensiero e azione – 24
2013, 2a ediz., rilegato in tela, pagine 344
euro 20,00

Le tesi contenute in questo libro sono vecchie di quasi trent’anni ma, a mio avviso, mantengono anche oggi, pure in mutate condizioni sociali e personali, mie, prima di tutto, e del mondo che mi circonda, in secondo luogo – tanto per cambiare, un carcere, greco questa volta, – la loro validità. Esagitato e in preda a mille convulsioni fittizie quel movimento, a cui si riferivano queste pagine, non c’è più. Il dinamismo che lo caratterizzava, a volte un volere esserci per dimostrare la propria esistenza in vita, era un processo di disgregamento. Le obiezioni libertarie, contenute anche – fra le tante – in questo libro, non sono state sufficienti a produrre una svolta. Quando qualcosa si è mosso in questo senso, è stato subito richiamato all’ordine, a uno svilimento che agiva nell’intimo di molti compagni e produceva la confortante illusione quantitativa che ho spesso sottolineato. Illusione distruttrice quanto altre mai, di ogni originalità d’azione prima di tutto, e poi anche di analisi, carenze di pensiero e di azione, insomma. Lo sgretolamento ha fatto tanto rumore, è costato tante vite umane, migliaia di anni di carcere e un’esaltazione acida, una sorta di tiriamo giù le colonne con tutti i filistei. L’avere inseguito la crescita quantitativa, prima di tutto aveva il malcelato scopo di sostituire una coscienza rivoluzionarie individuale che rischiava di frantumarsi in mille sfaccettature. Per questo motivo occorreva solidificarla in qualcosa di visibile, un esercito enumerabile come antidoto alla malattia minacciata, quell’individualismo non ben compreso, spesso calunniato come nichilismo borghese, quasi sempre esecrato ma, in ogni caso, mai scomparso del tutto. Non essendo un animale da branco, come anche questo libro testimonia, sono stato attaccato da più parti, e questa mia condizione mi estenuava, cospirava accuratamente al mio logoramento ma non è riuscita a farmi abbassare il capo. Mi sono rifiutato di nascondermi dietro l’alibi quantitativo e ho sempre mantenuto il dominio su me stesso. Il rapporto del movimento rivoluzionario con il livello dello scontro era presente nelle mie veglie e nelle mie preoccupazioni ma non mi suggeriva nessuna macchinazione per ingigantire il primo a scapito del secondo. Queste operazioni erano proprio quelle del partito armato, suggerite da menti spossate, stanche di ostacolarsi sempre con le proprie elucubrazioni più o meno metafisiche e desiderose di dare corpo visibile alle proprie esasperazioni rimasticando le grandi teorie del passato, prime fra tutte quelle marxiste. Avidità e miseria della conoscenza che prende in giro se stessa degenerando da ipotesi a ricetta culinaria da seguirsi con attenzione e fino in fondo. Ciò, come ho precisato a suo tempo, produce un abbassamento del livello dello scontro, una bagarre fra rimasugli piantati in asso, un dialogo fra sordi, un bilancio bellico che aspira solo a mostrare i muscoli e a verificare chi ha i bicipiti più forti. Una mentalità malata produce il partito perché – armato o meno – non può cercare altra soluzione, la malattia è la paura dell’ignoto e dell’illogico, da cui deriva la vocazione a contarsi per sentirsi le spalle coperte, al sicuro, e per mettere al sicuro i propri possessi. L’assommazione e il partito sono due facce della stessa figura bifronte, enigmatica e sogghignante. Paura giustificata. Che ne sarebbe del partito in una condizione autogestita generalizzata? Nulla, il nulla assoluto, verrebbe messo da parte come un ferro vecchio o dovrebbe ricorrere agli antichi metodi cari ai massacratori di ogni epoca per frenare l’irragionevole sollevamento di un’idea spaventosa e inaccessibile alla comprensione di piccoli burocrati balbettanti. L’ultima metamorfosi dell’illusione quantitativa è la specializzazione più ristretta possibile, più selezionata, una squadra di massacratori al servizio di un pungo di teorici usciti dalle scuole di specializzazione della politica dominante. In fondo, l’illusione quantitativa si ribalta senza accorgersene in una minoranza dedita alla costruzione dello spettacolo. Non la realtà dello scontro è quella che conta ma la sua trasformazione in apparenza spettacolare, che affascina e che attira tante animelle impaurite ma vogliose di stare accanto a chi ha tanto coraggio da realizzare gigantesche azioni al semplice scopo di dire: oplà, esistiamo.
Contenuto del volume
Introduzioni – Parte prima: La rivoluzione illogica – L’elemento contraddittorio della rivoluzione – Lo scontro generalizzato – Movimento e violenza rivoluzionaria – Critica del partito armato – Sull’organizzazione clandestina – Strategia del potere e scontro di classe – Contro la pace sociale – L’acqua sporca e il bambino – L’ipotesi armata – Parte seconda: Del fare e dell’agire – Nota introduttiva alla prima edizione – L’individuo e i suoi atti – La situazione – I rapporti – Potenzialità e potere – L’azione sociale – I fatti – I nemici dell’azione – I falsi amici dell’azione – Il fare e l’agire – Una rosa gialla

Alfredo M. Bonanno
Saggi sull’esistenzialismo

Pensiero e azione – 23
2013, rilegato in tela, pagine 400
euro 20,00

Una scelta di autori può avere una linea guida e può non averla. Questa ce l’ha e la mantiene nel corso di un anno, perché tanto durò la scelta e la fatica dello studio, ma fa torto al titolo. Non è tanto una filosofia dell’esistenza che quasi sempre cercavo, ma l’atrocità della vita, quel lato oscuro che permette, grazie al contrasto, di capire meglio quello che accade alla luce. La tensione, in questi percorsi, si alza continuamente fino a raggiungere punte massime in autori che sperimentano le fiamme con cui vivere e distruggere la propria vita, le fiamme della sconfitta. Nessuna certezza sull’essere, remotizzato in tanta filosofia della ragione dominante, dell’apparire. In questi autori l’essere si mischia e annega nell’apparire, quasi con ironia irreversibile, di volta in volta sempre diversa. La contrapposizione non è mai evidente, anche perché l’apparire è un essere anch’esso, sia pure ridotto alle sembianze di un’ombra. È questa atrocità velata, e a volte quasi invisibile, che scivola nella coscienza e la porta in una tensione intollerabile, dove alla fine è costretta a decidere, o crescere e autoconcentrarsi come essere, o affievolirsi nell’apparenza, trovare uno squallido e tranquillo tramonto appartato, accanto al fuoco. L’essere vive di eccessi, l’apparire di ritorni all’ordine. L’eccesso esplode nell’inverosimile e nell’irripetibile, l’affievolimento convive con se stesso in un accordo funereo e statico. … Esplosione dell’essere significa rovina, cosciente esilio di sé in se stesso, taglio di ponti, abbattimento di muri, nessun conforto o attenuazione dall’esterno, spesso ridotto a luoghi di uno squallore unico, con nessuno che sia in grado di accennare a un rapporto umano che non metta a nudo la crudeltà e la bestialità dell’uomo. Qui l’apparire si ritrae nella sua compattezza fittizia, non può esplodere, si limita a fare trapelare in maniera incerta, annoiata, non uniforme, come se una fiamma che sta spegnendosi. Se l’esistenzialismo, secondo me, si pone il problema dell’essere è filosofia che non può muovere di un passo se non prende partito riguardo la dicotomia con l’apparire. Ed io volevo essere, cioè vivere e agire, non solo sognare o riflettere. Davanti a questi autori non mi chiedevo tanto il che cosa stessero dicendo ma se restavo folgorato dalle loro parole, incantato o semplicemente indifferente. Il mio metro era questo, ed è lo stesso che dobbiamo adesso mantenere in questo libro che quei saggi fa rivivere, se vogliamo comprendere quello che essi dicevano e se lo continuano a dire anche oggi.
Contenuto del volume
Introduzione – Il peso della maledizione nella filosofia di Søren Kierkegaard – Arthur Rimbaud: genio e sregolatezza – Trionfo della filosofia irrazionalista: Friedrich Nietzsche – Il dilemma nichilista e la poesia emblematica – Franz Kafka e la condanna dell’esistenza – Il mito di Prometeo nell’avventura di André Gide – L’identità e la sessualità: due concetti psicologici da salvare – Dalla disordinata vicenda della superbia al mistico ritorno in Dio – Henri Bergson e la durata reale – Esistenzialismo e marxismo – Spunti esistenzialisti nello spiritualismo contemporaneo – La vertigine dell’orrore nella poesia del conte di Lautréamont – Giacomo Leopardi poeta esistenzialista – Tristan Corbière e la libertà di distruzione – Amore e morte nella poesia di Keats – Filosofi senza filosofia

Alfredo M. Bonanno
Dal banditismo sociale alla guerriglia

Pensiero e azione – 22
2013, rilegato in tela, pagine 344
- ESAURITO - Nuova edizione in preparazione

Perseguitati dalla legge, guardati con timore dai ricchi, esaltati dalla povera gente, i banditi hanno da sempre costituito oggetto di studio per i sociologi e materia per le ballate popolari.
Contenuto del volume
Il banditismo sociale – Il fronte interno e la ribellione – L’esperienza guerrigliera – La rivolta degli schiavi e il mito di Dioniso – Rinaldo e la Chanson de geste – Gli abiti nuovi del presidente Mao – La democrazia totalitaria – Né in cielo né in terra – Sciopero! – La maniera forte – Nuclei Armati Proletari – Moro e i suonatori di trombone – Contro il militarismo – Contro la mafia

Alfredo M. Bonanno
Nicola Abbagnano Critica dell’esistenzialismo positivo

Pensiero e azione – 21
2013, rilegato in tela, pagine 352
euro 20,00

La freddezza ed il distacco della metodologia, in quel momento a me congeniale per una questione di mera ignoranza, si andavano sbriciolando con la lettura di poeti e letterati francesi e russi, tutt’altro che freddi o mimetizzati nella propria estraneità al mondo. Girando attorno al problema non potevo non lasciarmi attirare dall’esistenzialismo, anche se la versione di Abbagnano mi appariva, sia pure da lontano, una forma di eufemismo che sminuiva la portata della versione francese e tedesca. Non ero particolarmente attirato dalla novità, peraltro non del tutto nuova negli avanzati anni Cinquanta, né dalla modernità decadente di alcune ricerche che io stesso andavo facendo, mi affascinata il problema dell’essere in tutte le sue sfumature e sentivo dentro di me che nessuna delle tre direzioni correnti avrebbero potuto soddisfarmi, né Sartre né Heidegger né Abbagnano. Il nullismo del primo sembrava continuamente scusarsi delle proprie scelte estreme, l’analisi linguistica del secondo mi sembrava diretta a dimostrare propria la cancellazione dell’essere, la positività del terzo mi ricordava – a torto – Croce e questo per un ex crociano, non era una buona presentazione. I primi due erano ingegnosi, il secondo perfino affascinante nella sua capacità di sezionare il linguaggio e di farlo parlare, il terzo era un invecchiamento precoce, piano, senza scosse, una specie di sinecura pensionistica. Scelsi il terzo per il semplice motivi che non potevo scegliere gli altri due. Andare a Parigi mi sarebbe stato materialmente impossibile e frequentare Heidegger era andare contro due ostacoli, l’ostracismo di cui era oggetto per il suo passato nazista e la lingua. Andare a Torino era lo stesso una follia, ma almeno era una follia praticabile. E così comincia a leggere i tre libri canonici di Abbagnano: Introduzione all’esistenzialismo, Esistenzialismo positivo e Religione, filosofia, scienza, che costituiscono l’oggetto analitico del presente libro realizzato a distanza di più di cinquant’anni su appunti e note a margine redatti all’epoca. L’impatto fu ferocemente negativo, dico quello con i libri, quello successivo con la persona fu migliore. Gradevole e accattivante com’era, seppure sprovvista di quell’acume intellettivo che caratterizza gli uomini di genio. Ma andiamo con ordine. Non voglio usare gli stinti colori della mia attuale tavolozza per parlare dell’uomo, voglio chiudere i conti col filosofo, tutto qui. Il mio era un sole nascente, caldo e pieno di brividi, il suo era un sole calante, invecchiato male, desideroso di lasciare un segno da qualche parte nella filosofia. Io ero privo di scopi e di scrupoli, lui era pieno degli uni e degli altri, oltre che di molti aspetti ulteriori, che scopersi a poco a poco, non certamente simpatici. Odiavo le ricercatezze e le sfumature quanto lui le amava e vivevo scomodamente una condizione scolastica che mi ha dato sempre peso e fastidio. Non mi importavano molto le acquisizioni positive realizzate a rate, le promesse di retribuzioni future, le nevrosi delle attese di premi a venire,le confessioni di passioni che sapevo tiepide quanto le mie erano ardenti. Accumulavo in maniera errata – d’accordo – ma rifuggivo da fraudolenze cattedratiche o da ineffabili atteggiamenti ispirati. Non avevo idee fisse e non mi consideravo un aspirante filosofo. Non accettavo parole d’ordine e nemmeno unzioni o investiture più o meno a lunga scadenza. Ero oltranzista ed estremo e tenevo sempre in mano il guanto di sfida.
Contenuto del volume
Introduzione – Introduzione all’esistenzialismo – Esistenzialismo positivo – Esistenza e ragione problematica – Il valore come problema – Fede, filosofia, religione – Tempo e peccato – L’uomo e la scienza – Il problema filosofico della scienza – Il paradosso della tecnica – Breve conclusione

Alfredo M. Bonanno
Cloro al clero Apologia dell’anticlericalismo

Pensiero e azione – 20
2013, rilegato in tela, pagine 336
euro 20,00

Lettore anticlericale, forse non troverai qui quello che cerchi, non avercela con me. Odio i preti come e quanto te, ma penso che il danno peggiore lo hanno fatto, e continuano a farlo, proprio in questo modo, fornendo giustificazioni morali e suggerendo scappatoie agli sfruttatori.
Con buona pace dei tanto simpatici mangiapreti di una volta.
Ecrasez l’infâme!
Contenuto del volume
Come se fosse una introduzione – Introduzione vera e propria – Limiti e giustificazioni dell’attività economica nel pensiero medievale – Caratteri essenziali del pensiero economico della Scolastica fino a Tommaso – Economia ed etica nell’antico cristianesimo – La liceità della ricchezza nel pensiero patristico – La speranza – La controriforma e le conseguenze sulla teoria politica e morale – Benvenuto Cellini e Girolamo Cardano – Jus Primae Noctis – Le casse rurali cattoliche nel catanese – Il problema dell’educazione nella Prima serie della “Civiltà cattolica” (1850-1852) – Gesù Cristo non è mai esistito – Una questione di rogo – Dio lo vuole – Quarta di copertina – I due Gesù – Stregoneria cristiana – La peste religiosa – Stregoneria – Il segno dei tempi – Soldati di Dio – Niente di nuovo a Ladispoli – L’uomo vestito di bianco – Abiti e idola – L’impudenza del soglio – Dio non esiste – Clericalismo e anticlericalismo – Della povertà – Il sentimento tragico della vita – Per un concetto dell’amore Pensieri di un matematico – Annotazioni di Amfissa

Alfredo M. Bonanno
Michail Bakunin. Contro la storia

Pensiero e azione – 18/19
2013, 2 voll. rilegati in tela, pagine 696
euro 40,00

Al momento di pubblicare in volume tutti i miei scritti su Bakunin si pone il problema del mio modo di pensare la storia. Più volte, negli ultimi quarant’anni, ho preso qua e là questo problema cercando di chiarire perché non sono d’accordo col modo di lavorare degli storici, i quali, come i filosofi – e forse anche in modo più brutale – sono spesso semplici provveditori di materiali per la caverna dei massacri.
Il loro modo di porsi di fronte alle cosiddette fonti fa il paio con il modo di porsi dei filosofi di fronte all’esistenza e ai problemi relativi. A queste brave persone, storici e filosofi, basta la somiglianza di quello che dicono con quello che pensano sia la documentazione di quanto è accaduto o è stato pensato. Come se il passato fosse lì, davanti agli occhi dello storico – mettiamo da parte il filosofo di cui abbiamo detto a lungo altrove – come una fitta trama di corrispondenze, di somiglianze, analogie e simpatie. Non è ovviamente così.
Poiché questo è un libro dedicato a Bakunin non può essere considerato un libro di storia in senso stretto, e poiché non sono uno storico non può esserlo considerato in nessun modo e basta. Detto questo mi sono tolto un peso e vado avanti più leggero.
Bakunin è un rivoluzionario anarchico, la sua vita e i suoi scritti non sono separabili, sono un tutt’uno e si integrano a vicenda. Non ha quindi senso la distinzione che è stata fatta tra biografia e analisi delle sue teorie. Proprio queste distinzioni fanno vedere la povertà di tanti sforzi per non capire e non volere approfondire l’azione di quest’uomo.
Prima di tutto mi preme indicare alcune caratteristiche portanti della sua azione. La non scindibilità di vita e pensiero l’ho già accennata, la ricerca della qualità, il non avere paura della completezza, la generosa concezione del coraggio come coinvolgimento totale, la distruzione come fatto rivoluzionario, l’anarchia come rimessa in questione di qualsiasi ordine, l’eccesso, l’assenza di prudenza, il ricominciare sempre daccapo, l’oltrepassamento come accesso alla qualità, la svalutazione del mondo produttivo coatto e amministrato, e tante altre. Questi elementi cointeragiscono tra loro nel crogiolo incredibile e fantastico dell’azione rivoluzionaria di Bakunin e quindi forniscono delle vere segnature a ogni singola realizzazione che così si trova inserita in un contesto organico e significativo che però bisogna decifrare. E questa lettura non può essere fatta da uno storico, ma deve essere fatta da un rivoluzionario, da un uomo di parte.
Contenuto del primo volume
Introduzione – La polemica con Mazzini – Annotazioni – La Prima Internazionale in Italia e il conflitto con Marx – Annotazioni – La questione germano-slava. Il comunismo di Stato – Annotazioni
Contenuto del secondo volume
Stato e Anarchia – Annotazioni – Rapporti con Sergej Necaev – Annotazioni – Relazioni slave – Annotazioni – La guerra franco-prussiana e la rivoluzione sociale in Francia – Annotazioni – L’Impero knut-germanico e la Rivoluzione sociale – Annotazioni – Di Bakunin si muore – Annotazioni
 
 

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