Galleani, Luigi
Luigi Galleani
La fine dell’anarchismo?
Piccola biblioteca - 7
2025, 3a ediz., pagine 184
euro 11,00
Questo lavoro di Galleani, per quanto originato da uno spunto contingente, quale la polemica con Francesco Saverio Merlino, affronta tutta la problematica dell’anarchismo, sia dal punto di vista pratico che teorico.
A cura e con un’introduzione di Giuseppe Rose.
2025, 3a ediz., pagine 184
euro 11,00
Questo lavoro di Galleani, per quanto originato da uno spunto contingente, quale la polemica con Francesco Saverio Merlino, affronta tutta la problematica dell’anarchismo, sia dal punto di vista pratico che teorico.
A cura e con un’introduzione di Giuseppe Rose.
28 mag 2025 Leggi il testo completo...
Manifesto dei Sedici Critiche di Malatesta, Galleani, Borghi e di alcuni anarchici russi
Opuscoli provvisori – 80
2015, pagine 128
euro 4,00
Il Manifesto chiamato “dei Sedici”, dal numero (errato) dei firmatari, costituisce un cedimento clamoroso di fronte alla linea primaria e insostituibile degli anarchici, di ogni anarchico, contro la guerra. Su questo sono tutti concordi, non ci sono anarchici, oggi come ieri, che trovano giustificazioni alla sua stesura. E allora? Come mai uomini del calibro di Grave, Cornelissen, Malato e Kropotkin, per limitarsi ai compagni più conosciuti, lo stesero e lo firmarono? La risposta non può essere che una sola: fu un abbaglio, ma un abbaglio consequenziale.
Un abbaglio, perché credere di partecipare a una guerra “dalla parte giusta” non è possibile, non esistendo guerre giuste. Consequenziale, perché derivante logicamente dall’ipotesi quantitativa fondata sulla logica dell’aggiunta o, come l’abbiamo definita, dell’“a poco a poco”. Il determinismo, in salsa marxista o positivista, risulta sempre indigesto.
2015, pagine 128
euro 4,00
Il Manifesto chiamato “dei Sedici”, dal numero (errato) dei firmatari, costituisce un cedimento clamoroso di fronte alla linea primaria e insostituibile degli anarchici, di ogni anarchico, contro la guerra. Su questo sono tutti concordi, non ci sono anarchici, oggi come ieri, che trovano giustificazioni alla sua stesura. E allora? Come mai uomini del calibro di Grave, Cornelissen, Malato e Kropotkin, per limitarsi ai compagni più conosciuti, lo stesero e lo firmarono? La risposta non può essere che una sola: fu un abbaglio, ma un abbaglio consequenziale.
Un abbaglio, perché credere di partecipare a una guerra “dalla parte giusta” non è possibile, non esistendo guerre giuste. Consequenziale, perché derivante logicamente dall’ipotesi quantitativa fondata sulla logica dell’aggiunta o, come l’abbiamo definita, dell’“a poco a poco”. Il determinismo, in salsa marxista o positivista, risulta sempre indigesto.
1 dic 2018 Leggi il testo completo...
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Prossime uscite
Rudolf Rocker, Nazionalismo e cultura
William Godwin, Ricerca sulla giustizia politica
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Alfredo M. Bonanno, L’ospite inatteso
Anselmo Lorenzo, Il proletariato militante. Memorie di un internazionalista
Alfredo M. Bonanno, La dimensione anarchica
Bakunin, Opere vol. VIII – L’Impero knut-germanico e la rivoluzione sociale
Pëtr Kropotkin, Il mutuo appoggio
A cura di Alfredo Bonanno, Estetica dell’anarchismo
Feral Faun, Rivoluzione selvaggia