Alfredo M. Bonanno
La logica dell’“a poco a poco”

Opuscoli provvisori – 60
2013, 2a ediz., pagine 120
euro 4,00

Suggerimenti per il lettore, nessuno. Un piccolo libro che mette il dito sulla piaga che tutti ci fa purulenti, senza misericordia, sul convincimento che tutti manteniamo di essere dalla parte della ragione, di avere ragione, di vivere la nostra quotidiana lotta con la vita sulla capacità logica di scegliere. Ebbene, non c’è questa capacità, non c’è mai stata in nessuno di noi. Andiamo avanti a braccio, navighiamo senza bussola. I migliori danno un’occhiata alle stelle e ne traggono presagi più che orientamenti. I panciuti e i satolli gridano allo scandalo e mostrano, con alterigia oltranzista, le tavole della legge, non quelle del roveto ardente ma quelle della pratica e dell’utile, del dare e del ricevere, insomma faccende da bottegai. E alzano la voce e strillano dalle cattedre e dai giornali, sporcano carta e disturbano le orecchie, ma solo per mettersi il cuore in pace e portare a casa lo stipendio. Che i miei maestri dormano in pace, e i sogni di organizzare il mondo nel migliore dei modi possibile dormano con loro. De profundis.

Alfredo M. Bonanno
Dal banditismo sociale alla guerriglia

Pensiero e azione – 22
2013, rilegato in tela, pagine 344
- ESAURITO - Nuova edizione in preparazione

Perseguitati dalla legge, guardati con timore dai ricchi, esaltati dalla povera gente, i banditi hanno da sempre costituito oggetto di studio per i sociologi e materia per le ballate popolari.
Contenuto del volume
Il banditismo sociale – Il fronte interno e la ribellione – L’esperienza guerrigliera – La rivolta degli schiavi e il mito di Dioniso – Rinaldo e la Chanson de geste – Gli abiti nuovi del presidente Mao – La democrazia totalitaria – Né in cielo né in terra – Sciopero! – La maniera forte – Nuclei Armati Proletari – Moro e i suonatori di trombone – Contro il militarismo – Contro la mafia

Alfredo M. Bonanno
Nicola Abbagnano Critica dell’esistenzialismo positivo

Pensiero e azione – 21
2013, rilegato in tela, pagine 352
euro 20,00

La freddezza ed il distacco della metodologia, in quel momento a me congeniale per una questione di mera ignoranza, si andavano sbriciolando con la lettura di poeti e letterati francesi e russi, tutt’altro che freddi o mimetizzati nella propria estraneità al mondo. Girando attorno al problema non potevo non lasciarmi attirare dall’esistenzialismo, anche se la versione di Abbagnano mi appariva, sia pure da lontano, una forma di eufemismo che sminuiva la portata della versione francese e tedesca. Non ero particolarmente attirato dalla novità, peraltro non del tutto nuova negli avanzati anni Cinquanta, né dalla modernità decadente di alcune ricerche che io stesso andavo facendo, mi affascinata il problema dell’essere in tutte le sue sfumature e sentivo dentro di me che nessuna delle tre direzioni correnti avrebbero potuto soddisfarmi, né Sartre né Heidegger né Abbagnano. Il nullismo del primo sembrava continuamente scusarsi delle proprie scelte estreme, l’analisi linguistica del secondo mi sembrava diretta a dimostrare propria la cancellazione dell’essere, la positività del terzo mi ricordava – a torto – Croce e questo per un ex crociano, non era una buona presentazione. I primi due erano ingegnosi, il secondo perfino affascinante nella sua capacità di sezionare il linguaggio e di farlo parlare, il terzo era un invecchiamento precoce, piano, senza scosse, una specie di sinecura pensionistica. Scelsi il terzo per il semplice motivi che non potevo scegliere gli altri due. Andare a Parigi mi sarebbe stato materialmente impossibile e frequentare Heidegger era andare contro due ostacoli, l’ostracismo di cui era oggetto per il suo passato nazista e la lingua. Andare a Torino era lo stesso una follia, ma almeno era una follia praticabile. E così comincia a leggere i tre libri canonici di Abbagnano: Introduzione all’esistenzialismo, Esistenzialismo positivo e Religione, filosofia, scienza, che costituiscono l’oggetto analitico del presente libro realizzato a distanza di più di cinquant’anni su appunti e note a margine redatti all’epoca. L’impatto fu ferocemente negativo, dico quello con i libri, quello successivo con la persona fu migliore. Gradevole e accattivante com’era, seppure sprovvista di quell’acume intellettivo che caratterizza gli uomini di genio. Ma andiamo con ordine. Non voglio usare gli stinti colori della mia attuale tavolozza per parlare dell’uomo, voglio chiudere i conti col filosofo, tutto qui. Il mio era un sole nascente, caldo e pieno di brividi, il suo era un sole calante, invecchiato male, desideroso di lasciare un segno da qualche parte nella filosofia. Io ero privo di scopi e di scrupoli, lui era pieno degli uni e degli altri, oltre che di molti aspetti ulteriori, che scopersi a poco a poco, non certamente simpatici. Odiavo le ricercatezze e le sfumature quanto lui le amava e vivevo scomodamente una condizione scolastica che mi ha dato sempre peso e fastidio. Non mi importavano molto le acquisizioni positive realizzate a rate, le promesse di retribuzioni future, le nevrosi delle attese di premi a venire,le confessioni di passioni che sapevo tiepide quanto le mie erano ardenti. Accumulavo in maniera errata – d’accordo – ma rifuggivo da fraudolenze cattedratiche o da ineffabili atteggiamenti ispirati. Non avevo idee fisse e non mi consideravo un aspirante filosofo. Non accettavo parole d’ordine e nemmeno unzioni o investiture più o meno a lunga scadenza. Ero oltranzista ed estremo e tenevo sempre in mano il guanto di sfida.
Contenuto del volume
Introduzione – Introduzione all’esistenzialismo – Esistenzialismo positivo – Esistenza e ragione problematica – Il valore come problema – Fede, filosofia, religione – Tempo e peccato – L’uomo e la scienza – Il problema filosofico della scienza – Il paradosso della tecnica – Breve conclusione

Alfredo M. Bonanno
Nichilismo e volontà di potenza

Opuscoli provvisori – 52
2013, 2a ediz., pagine 126
euro 4,00

L’usbergo della volontà ha protetto per molto tempo gli anarchici, è tempo che qualcuno rifletta sui costi di questo baluardo, costi psicologici e, in ultima analisi, costi sociali, rivoluzionari. Volere, prima di ogni cosa, è automatismo della coscienza immediata, cioè intima connessione del processo fattivo con cui siamo legati alla vita amministrata e coatta che conduciamo nella quotidianità, misura del quantitativo, prima di tutto, quindi dell’accumulabile e del possedibile, parte del nostro cuore che si inaridisce, in questo modo, e deve essere tutelata, difesa, custodita, accudita, insomma protetta da tutti gli attacchi che dall’esterno possono metterla in pericolo. Ma volere è anche utile, in quanto ci mette a disposizione quegli strumenti che sono indispensabili alla lotta, primo fra tutti lo strumento conoscitivo, la cultura, la capacità di capire i meccanismi naturali e sociali di un mondo di cui, bene o male, facciamo parte. E poi? Poi dovremmo avere la capacità di capire che la volontà, da sola, non basta a fornirci una distanza critica tra queste acquisizioni (sia pure indispensabili) e l’azione. L’attacco al nemico che ci soffoca e ci costruisce attorno i muri all’interno dei quali viviamo la nostra vita coatta di tutti i giorni, sia pure con i crismi della volontà capace di decidere e di conoscere, di valutare e comprendere i limiti di quello che acquisiamo e difendiamo, deve spezzare questi muri, quindi anche il meccanismo volontario che partecipa del mantenimento e del perfezionamento di essi, e questa rottura oltrepassa qualsiasi capacità di volere o di conoscere.

Alfredo M. Bonanno
Cloro al clero Apologia dell’anticlericalismo

Pensiero e azione – 20
2013, rilegato in tela, pagine 336
euro 20,00

Lettore anticlericale, forse non troverai qui quello che cerchi, non avercela con me. Odio i preti come e quanto te, ma penso che il danno peggiore lo hanno fatto, e continuano a farlo, proprio in questo modo, fornendo giustificazioni morali e suggerendo scappatoie agli sfruttatori.
Con buona pace dei tanto simpatici mangiapreti di una volta.
Ecrasez l’infâme!
Contenuto del volume
Come se fosse una introduzione – Introduzione vera e propria – Limiti e giustificazioni dell’attività economica nel pensiero medievale – Caratteri essenziali del pensiero economico della Scolastica fino a Tommaso – Economia ed etica nell’antico cristianesimo – La liceità della ricchezza nel pensiero patristico – La speranza – La controriforma e le conseguenze sulla teoria politica e morale – Benvenuto Cellini e Girolamo Cardano – Jus Primae Noctis – Le casse rurali cattoliche nel catanese – Il problema dell’educazione nella Prima serie della “Civiltà cattolica” (1850-1852) – Gesù Cristo non è mai esistito – Una questione di rogo – Dio lo vuole – Quarta di copertina – I due Gesù – Stregoneria cristiana – La peste religiosa – Stregoneria – Il segno dei tempi – Soldati di Dio – Niente di nuovo a Ladispoli – L’uomo vestito di bianco – Abiti e idola – L’impudenza del soglio – Dio non esiste – Clericalismo e anticlericalismo – Della povertà – Il sentimento tragico della vita – Per un concetto dell’amore Pensieri di un matematico – Annotazioni di Amfissa

Alfredo M. Bonanno
Il ripristino degli dèi

Opuscoli provvisori – 47
2013, 2a ediz., pagine 108
euro 4,00

Non so se si sta aprendo una nuova prospettiva nello scontro che ci attende, che ci coinvolge da tanti decenni, sotto cieli sempre differenti ma sostanzialmente tutti incupiti dallo stesso, maleodorante, clima imposto dagli sfruttatori. Quello che so è che non intendo fare un passo indietro. Illudersi riguardo aperture o possibili interstizi dove ficcare il cuneo rivoluzionario definitivo è pura idiozia, o furbizia travestita, al lettore la valutazione che preferisce. Continuare la lotta significa agire in due direzioni: la prima richiede un approfondimento teorico del nemico che ci sta di fronte, delle sue strategie e dei suoi mezzi di offesa e di difesa di cui continua a dotarsi, la seconda consiste in una decisione, prima di tutto, di ordine personale, coinvolgersi e non aspettare che ci arrivi da qualche parte un’illuminazione. Quindi, attaccare, ancora una volta, con i mezzi di sempre o con mezzi nuovi, che ognuno, nel frattempo, si è saputo dare. Qui si apprestano alcune analisi sulle modificazioni della struttura produttiva. Forse andrebbero aggiornate, come qualcuno mi suggerisce, ma in fondo quello che stiamo vivendo in questo secondo decennio del secolo non è altro che il completamento e l’esacerbazione dei profondi cambiamenti del passaggio dal vecchio al nuovo millennio. Con buona pace di tutti coloro che pensano a un qualche meccanismo che oggettivamente scava nelle strutture del capitale costruendo in questo modo la rivoluzione del futuro.

Riccardo d’Este
La guerra e il suo rovescio

Opuscoli provvisori – 45
2013, pagine 106
euro 4,00

Contro la guerra prima di ogni cosa. Contro la pace, anche, subito dopo, se con la pace deve intendersi la condizione ideale perché lo sfruttamento continui a calpestare i miseri e a ingrassare gli sfruttatori. Quindi per la guerra sociale, per lo scontro a vita e a morte con chi ci soffoca, con quegli inclusi che fanno del proprio essere padroni delle risorse materiali la condizione per tenere gli esclusi nella loro condizione precaria di schiavi, sottoposti al dominio e al controllo. Ma ammettere l’inevitabilità della guerra sociale significa prepararsi ad essa, fare in modo che si concretizzino le condizioni del suo materializzarsi, uscendo dalle ipotesi, più o meno nebulose, passando all’agire che, spezzando l’omologazione coatta del fare quotidiano, ci fa sperimentare la qualità. Le analisi di Riccardo sono non solo ben dette ma anche ben radicate nella realtà, per questo anche oggi mantengono tutta la loro pregnanza. E ciò senza mezze misure, senza contare su di un successo immediato, senza cullarsi nella collaborazione delle cosiddette forze progressiste o nascondersi dietro l’usbergo della masse.

Alfredo M. Bonanno
Gli dèi al tramonto

Opuscoli provvisori – 42
2013, 2a ediz., pagine 122
euro 4,00

Se dovessimo fare un bilancio di questi ultimi trent’anni, dal punto di vista di quanto ci apprestavamo a fare e che solo in parte abbiamo portato a completamento, c’è da restare sconcertati. Poco, quasi niente. Oppure molto, anzi moltissimo? Chi può dirlo? Non la rilettura di questo testo può darci indicazioni certe. Né il potere, nell’ampio raggio delle sue metamorfosi è andato fino in fondo nei suoi progetti, per altro sempre a breve termine, quindi incapaci di dare un assetto definitivo allo sfruttamento. Quella pace sociale che sembrava alle porte, come forma produttiva (dopo la grande paura degli anni Settanta), non è stata ottenuta. Il muro che avevamo ipotizzato non è stato costruito fino a quell’altezza che temevamo. Forse le stesse forze intrinseche al processo capitalista si sono contraddette, forse è congenito al meccanismo dello sfruttamento il non arrivare mai a perfezionarsi, forse nuovi orizzonti si aprono per uno scontro più radicale e significativo. Perché no?

Alfredo M. Bonanno
E noi saremo sempre pronti a impadronirci un’altra volta del cielo Contro l’amnistia

Opuscoli provvisori – 38
2013, pagine 56
euro 4,00

Collocato in un momento in cui la turbolenza del fare stava cedendo il passo a quella, solitaria e sconsolata, del dire, questo scritto, pur non potendo fare altro da quello che è la propria natura, affidandosi cioè alla parola, traditrice consueta di tanti buoni propositi, pone la parola fine a un indecente dibattito riguardante la sorte di quattromila compagni prigionieri. Il tempo trascorso, quasi trent’anni, non consente di cogliere il clima bruciante di quei giorni, ma i lettori che oggi si accostano a queste righe dovrebbero fare uno sforzo, importante per capire le motivazioni che stavano – e continuano a stare – alla base del nostro rifiuto di qualsiasi accomodamento. Sullo sfondo il possibilismo dei vari Scalzone e Negri, abietto come ogni venire a patti, con in più la pesantezza di un imporre, dall’alto del proprio scientismo senza appelli, la conoscenza dell’assoluto. La strada da percorre è ancora lunga e, anche oggi, non si vedono chiarezze in giro. Non solo, ma qualcuna di quelle figure disgustose, blateranti chiacchiere su di una resa necessaria a causa di una guerra ormai perduta, torna qualche volta in circolazione e viene a carpire la buona fede di molti compagni.

Alfredo M. Bonanno
Guerra civile

Opuscoli provvisori – 35
2013, 2a ediz., pagine
euro 4,00

Il passaggio verso la rivoluzione, semmai dovesse aprirsi, attraverserà il terreno bruciato della guerra, della peggiore guerra immaginabile, quella che si è soliti definire “guerra civile”. Questo libro, che a distanza di più di un decennio, ripresento all’attenzione dei miei pochi lettori, cerca di non fare un passo indietro di fronte al disgusto e allo sgomento che di solito prendono alla gola quando si considera il fondo oscuro dell’animo umano, il contenuto orrendo della bestia assetata di sangue. Purtroppo l’uomo, con tutte le sue velleità di grandezza e di progresso è anche questo, ed è anche con questi sentimenti oscuri che bisognerà fare i conti. Per cortesia tenete lontane per un attimo le illusioni degli aggiustamenti illuministi. Siamo su di un terreno minato. Attenzione.

Alfredo M. Bonanno
Carcere e lotte dei detenuti

Opuscoli provvisori – 32
2013, 2a ediz., pagine 126
euro 4,00

Quale è la linea di demarcazione che spinge alla rivolta irrimediabile? Si tratta di un confronto di equilibri col potere e non è facile scoprire le carte di quest’ultimo, come non è facile mettere sul tavolo le carte che ognuno ha in mano, in genere modeste e di poco peso, se si esclude la propria vita. Chi guarda le mura di un carcere dall’esterno non si rende conto di come questo equilibrio sia precario e di come possa rompersi da un momento all’altro. Chi vive dentro un carcere lo sa e sta allerta, aspetta il momento buono per colpire il nemico che ogni sera, con accuratezza sopraffina, chiude il blindato. Il luogo estremo dell’istituzione totale è quello dove il potere mette in mostra la vera essenza di se stesso, il tessuto più intimo di cui è fatto.

Alfredo M. Bonanno
Machiavelli filosofo Con aggiunte le Annotazioni di Άμφισσα

Pensiero e azione – 15
2013, rilegato in tela, pagine 352
euro 20,00

Machiavelli è un uomo duro e, nello stesso tempo, un uomo eccessivo. Si tratta di un autore diverso che è riuscito a parlare al mio cuore oltre che alla mia mente. Quello che me lo rende simpatico è presto detto: la visione critica della vita, la riduzione della religione a strumento di dominio, l’eccesso vitale che lo sostenne per tutta la vita. La seconda parte del volume descrive l’ambiente culturale tra Quattrocento e Cinquecento in Italia. Si tratta di uno scritto che a suo tempo scrissi per un mio carissimo amico, oggi morto, che lo pubblicò come credette opportuno. Qui lo ripristino nella sua stesura originaria.
Contenuto del volume
Nota introduttiva – Introduzione – Machiavelli filosofo – L’ambiente culturale tra Quattrocento e Cinquecento in Italia – Annotazioni di Amfissa

Alfredo M. Bonanno
A mano armata Terza edizione

Pensiero e azione – 14
2021, 3a ediz., brossura, pagine 332
euro 20,00

Questo libro, in modo particolare adesso, nella sua veste definitiva, è un riflesso della mia vita, almeno di una parte consistente della mia vita.
Ma più la conoscenza è forte e più la sua messa in svuotamento dà frutto di leggerezza e di gioia.
Questo processo è architettonicamente dispiegato nei confronti dell’assenza come anticipazione di quello che la parola è chiamata a dire. In qualunque modo si giri attorno a questo problema la parola qui non difende i poteri della volontà, non segue un tragitto prefissato da quest’ultima, ma ha la propria anticipazione, la propria impronta nell’assenza, cioè nel di già accaduto.
Il dire non è in grado di afferrare l’assenza come se fosse una presenza, sottoponendola a regole, è però in grado di interiorizzarla come anticipazione di se stesso. Nel sentirmi lieve e nel silenzio che ora subentra in tutte le mie fibre, non vedo più questo mondo concepito come una prigione, anche se in prigione ci sono davvero.
La vita si esprime anche nel silenzio e nello svuotamento del pensiero dei mille affanni dell’accumulo, conquiste e difese. Questa vita è così preposta alla parola. La leggerezza della vita è pari alla sua drammaticità, non ci sono livelli separati da vivere successivamente uno all’altro. Quando è il conoscere che si realizza, la vita si rattrappisce, impoverendosi, nella saggezza rinvigorisce, viene fuori allo scoperto. Tutte queste affermazioni suonano molto schematiche, la conoscenza è vista oggi in modo critico, cioè più alleggerito, ma non è di questo che sto parlando.
L’azione che prende corpo da questa possibilità inesauribile è al di là di ogni possibile esperienza da trasferire, riassume in sé qualcosa che nella quantità non c’è e che io conosco per esperienza non provata se non per quella esperienza diversa che intravedo nella rammemorazione, ma che colgo sempre come quantità sconfitta e non come accumulazione programmata.
L’azione tocca la qualità e produce trasformazione, ma non è essa stessa libera, può solo farmi fare esperienza della qualità, quindi anche della libertà, ma solo fino al punto cruciale della domanda che non accetta risposte, la domanda, tutto qui? Non posso insistere all’infinito se non c’è una risposta oggettiva, direi quasi generalizzata, un interrogare ansioso dei tempi non basa, può darsi che la risposta sia sempre assente, una persistente neghittosità.
Il pozzo dei miei eccessi, la religione remota e inutile dei desideri ottenuti perché distolti dal loro alveo che li rendeva poveri conati possessivi, l’acredine rossa che tutto annebbia e che si chiude con me dentro, appallottolandosi come un enorme foglio di carta.
La pietà può aspettare, nella tempesta dove navigo non l’ho imbarcata a bordo, l’ho dimenticata. Vedo nel cielo nero nuvole frettolose ancora più nere.
Contenuto del volume
Introduzione alla seconda edizione – Introduzione alla prima edizione – Clément Duval – José Lluis Facerias – L’amore e la morte – Morire innocenti fa più rabbia – L’ombra del giustiziere – Il delinquente – Il rifiuto delle armi – La frattura morale – Il fantasma di Ravachol – Nessun sonno tranquillo – Alexandre Marius Jacob – Albert Libertad – Sante Pollastro – Un fantasma in galleria – Una mummia aggressiva – Francisco Sabaté – Severino Di Giovanni – Per favore, restiamo coi piedi per terra! – Nestor Machno – La bestia inafferrabile – Come un ladro nella notte – Renzo Novatore – Io so chi ha ucciso il commissario Luigi Calabresi – La tensione anarchica

Alfredo M. Bonanno
Saggi sull’ateismo Seconda edizione riveduta e corretta con l’aggiunta di Husserl e l’ateismo e di Nietzsche e l’ateismo: analisi dei Frammenti

Pensiero e azione – 13
2009, 2a ediz., rilegato in tela, pagine 336
euro 20,00

Dopo quasi quarant’anni preparo la seconda edizione di questi Saggi. Fatica per me considerevole, prendendo contropelo qualsiasi rilettura o riaggiustamento dei miei scritti.
Ripercorrere le varie tappe della mia maturazione filosofica non è il caso, mentre appare indispensabile riaffermare in maniera chiara e senza equivoci il mio essere ateo, contrario a qualsiasi idea di Dio, sia pure camuffata sotto l’aspetto accattivante della verità, della bellezza, dell’uguaglianza o della libertà. Se la qualità, in cui tutte queste idee si riassumono, mi può essere fornita, o comunque garantita, da un qualsiasi Dio, preferisco permanere nella soffocante condizione del produrre quantitativo, preferisco la schiavitù. Se devo essere schiavo, meglio fino in fondo, senza che dall’alto di un cielo corrusco mi si dia una sorta di liberazione che mi farebbe da schiavo alla catena schiavo da cortile.
In questi ultimi quarant’anni ho scoperto che anche la scienza, l’ideale dell’esattezza e della corrispondenza misurabile, il funzionamento perfetto della ragione, appartenevano a un empireo divino, a un olimpo dove gli aspetti della certezza e del controllo giocavano vari ruoli, tutti al servizio di un unico Dio centrale, il dominio su tutti gli uomini. Insomma, non solo il teismo era il contraltare dell’ateismo, ma anche la tanto decantata scienza, sulla quale anche io, come tutti i miei coetanei, avevamo, alla fine degli anni Cinquanta, affidato le nostre giovani speranze. Non si poteva pertanto accettare una corrispondenza tra ateismo e materialismo scientifico o dialettico, le formulazioni sono soltanto apparentemente diverse. La lotta contro Dio doveva condursi anche contro il dominio della scienza, madre cieca e matrigna della tecnologia.
Una laicizzazione del pensiero religioso è solo una parte del compito dell’ateismo, l’altra è costituita da una critica del naturalismo o del realismo, di quello che in filosofia, sotto aspetti diversi, si pretende differente dall’idealismo o dallo spiritualismo, mentre, sotto sotto, ripropone il medesimo modello di dominio. Ecco diventare, dopo lunga riflessione, centrale, nel mio pensiero, non solo la critica della religione, ma la critica della scienza. Ecco l’importanza degli studi sulla teoria fisica dell’indeterminazione e sui limiti epistemologici del neopositivismo.
Devo qui ricordare che in particolare il neopositivismo, insieme agli studi di matematica e di economia, erano stati, in anni verdi, per me gli strumenti per scassinare la cassaforte esistenzialista dove avevo racchiuso non solo il mio pensiero ma anche il mio cuore, paurosi entrambi di non riuscire a fare a meno dell’affascinante e continua lettura del filosofo dello storicismo assoluto, Benedetto Croce.
Penso che essere ateo oggi non può che costituire un punto di partenza per considerare la vita diversamente, la propria vita, non un vago e fumoso vitalismo foriero di tristi conclusioni. Sono senza dubbio io che creo il mondo e non viceversa. Il fatto che dopo di me, dopo la mia morte, il mondo continuerà a essere il mondo, non è un fatto che deriva dal mio fare, mi è estraneo, per me è una pura illazione dell’esperienza che ho della morte degli altri, ma questa morte non è la mia morte, della mia morte non ho esperienza.
La conoscenza, anche quella scientifica, è mia se me ne impadronisco e l’archivio nel mio possesso, ma l’accumulo è l’insieme della conoscenza di tutti, quindi anche della realtà nel suo insieme, un flusso totale di cui però non ho che la mia cognizione, di cui posseggo solo il mio modo di organizzare l’accumulo tutte le volte che mi metto in relazione con esso. Questo può affascinare per un certo tempo, poi comincia a puzzare come un ospite indesiderato.
Contenuto del volume
Introduzioni – Verso un ateismo costruttivo – Educazione all’ateismo – Antropologismo e teismo – Le due strade di lotta alla religione – Ateismo metodologico e ateismo umanistico – L’ateismo non è una fede – Rifiuto, spiegazione e assenza di Dio – Ateismo e teismo – La creazione di Dio – Ancora su ateismo e teismo – Il superamento del terrore nel primitivo – Ateismo e anarchia – Il problema della “copertura” – La religione nell’URSS – Attualità dell’ateismo – Ateismo: il più grave fenomeno del nostro tempo – L’ateismo di Bruno Bauer – L’ateismo di Michail Bakunin – L’ateismo di Albert Camus – L’ateismo di Bertrand Russell – I motivi della critica alla religione – La mia ricerca ateista – Il problema religioso nel mondo moderno – Ateismo e lotta di classe – La nostalgia di Dio – L’ateismo tra Nietzsche e Freud – Edmund Husserl e l’ateismo – L’uno che è e l’ateismo – Nietzsche e l’ateismo: analisi dei Frammenti.

Alfredo M. Bonanno
Nuove svolte del capitalismo

Opuscoli provvisori – 21
2009, 2a ediz., pagine 128
euro 4,00

Il 17 settembre 1996 decine di anarchici vengono arrestati in Italia, comincia la “Montatura Marini”. Accuse di sequestri di persone, rapine, omicidi, detenzione di armi, ecc. Tutte avvolte in un’accusa di fondo, quella di banda armata, denominata ORAI, sigla tratta da un paragrafo del presente opuscolo: Organizzazione Rivoluzionaria Anarchica Insurrezionale. Come il lettore si accorgerà non c’è in questi testi la teoria di una banda armata, ma un approfondimento sui modi organizzativi insurrezionali. Mi rendo conto che per l’ottusa mentalità di un carabiniere può fornire una lettura tendenziosa, ma quello che non posso capire è la pretesa di affidare a un testo come quello qui pubblicato il compito di reggere un modello di banda armata che ancora continua a fermentare nel cervello dell’accusa, disposta a tutto pur di provare la nostra colpevolezza.

Alfredo M. Bonanno
Solchi

Pensiero e azione – 12
2009, rilegato in tela, pagine 330
euro 20,00

Entrare nell’attimo non è facile, bisogna strumentarsi in maniera adeguata, rendere sottili i propri strumenti, duttili e spregiudicati. Nella prospettiva tracciata a grandi linee, le cause antagoniste sono remote e quindi possono essere trattate con sufficienza. Nella parcellizzazione del dettaglio il nemico si accosta e si fa più vicino, perfino più minaccioso.
Questo libro conduce all’interno del mio laboratorio, mettendo a nudo i metodi di riflessione che applico al suo interno, come pure la pericolosità della concretezza in cui questi metodi trovano applicazione. Meglio che altrove, in questi appunti spaesati e spaesanti, si può cogliere il senso di responsabilità che ognuno porta con sé di fronte alla impietosa presenza di ogni forma di oppressione e di ignoranza.
La produzione produce l’oggetto e la sua oggettualizzazione, cioè la sua caratterizzazione giuridica, il possesso. La vita non accetta queste condizioni, non può essere spiegata soltanto con cause meccaniche o fisiche. Il causalismo penalizza tutta la forza della vita, riducendola a una equazione in bilico tra meraviglia e fatalità. Nella vita qualche volta c’è un senso di fine del mondo, nella mia vita c’è. La mia morte produce la fine del mondo, almeno la fine del mondo da me creato, che poi è l’intero mondo possibile. C’è anche un senso di disperazione infinita, disperazione pura che nessuna conquista modificativa potrà appagare. Il naufragio in cui sono incappato venendo al mondo, il terreno su cui sono stato sbattuto, i frammenti che sono riuscito a mettere insieme, tutte queste estraneità sono riuscito, a fatica, a farmele diventare familiari, fino a poterle chiamare la mia vita, ma io so che la mia vita è altrove, in un altrove dove il territorio della cosa lascia la sua traccia, e dove mi sono spinto tanto oltre quanto potevano le mie forze, senza riuscire ad andare al di là delle tenebrose zone del vuoto, i confini dell’uno che è.
La vita è là che ha trovato origine, il destino può confermarlo. Sono stato originato dall’oscurità e nell’oscurità, ed è la notte che scolpisce ancora i miei ricordi, le forme modulate dei miei pensieri che riescono a risalire anche al di là del momento occasionale della nascita. Intuisco la mia vita come condizione ridotta, formalizzata, e come frattura violenta, la mia vita nell’azione, mi vedo agitarmi in me stesso e andare avanti come se fossi certo di come agire. Ma nell’azione non c’è certezza, c’è la verità che non è seguire una regola, quindi non avere dubbi, ma è essere la verità, avere tutti i dubbi e tutte le certezze, e altro ancora, l’amore al grado più alto, la tensione e la profondità che l’intelletto non potrà mai governare per quanti tentativi possa fare nella rammemorazione con la bocca piena di stoppa.
Venire fuori dalla parola è scandalo, venire fuori tentando di salvare quello che le parole nascondono per custodirlo. Non ho avuto un mandato, non so perché uso questo mezzo, potrei restarmene muto a guardare per anni il muro della mia piccola cella. Ogni tanto qualcuno dei forzati scuoterebbe le proprie catene per vedere se è ancora vivo.
La mia vita ha un senso soltanto se glielo presto io. Ma dove reperirlo? Non il senso della mancanza di senso, di tutto questo senso che viene continuamente palleggiato a destra e a sinistra, venduto nei supermercati e spacciato all’angolo di ogni vicolo buio. La qualità bussa alle porta.
In tutti i casi non si accede alla qualità senza coinvolgimento, e questo può anche essere precluso a chi si autocensura sentendosi un prescelto dal destino. In questo passaggio è richiesto uno sforzo di ulteriore concentrazione solitaria. Tutto può essere facilmente bloccato dalla paura o dal disgusto. Tutto sembrava pronto per la partenza verso la cosa e invece mi risveglio nel mio barcollante rifugio.

Alfredo M. Bonanno
L’ateismo di Paul-Henry Thiry d’Holbach Seconda edizione riveduta e corretta con l’aggiunta di due saggi bibliografici

Pensiero e azione – 11
2009, 2a ediz., rilegato in tela, pagine 332
euro 20,00

Il Sistema della natura è una grande opera filosofica. Per quanto si possano individuare, e condividere, i suoi limiti, resta lo stesso un punto di riferimento nella storia dell’avventura umana contro Dio.
Oggi, per molti aspetti, non è accettabile, ma il coraggio va sempre tenuto da conto, va ammirato e ciò in particolar modo quando entra a far parte del pensiero, come faccenda viva, e non si affida soltanto a un rumore di parole più o meno reboanti. E di coraggio Holbach e compagni ne dovevano avere da vendere. Pochissimi anni erano passati dai roghi cattolici e riformati, dalle torture e dagli squartamenti, da Damiens al cavaliere De la Barre. Quest’ultimo, appena quattro anni prima [1766] della pubblicazione dell’opera di Holbach, era stato giustiziato per non essersi inginocchiato per strada davanti al passaggio del santissimo sacramento.
L’argomento centrale di cui si occupa Holbach è la materia. L’ateismo ne è un corollario.
La creazione di una vera architettura scientifica è frutto della parola che costruisce e produce dicendo, ed è quanto più possibile inserita nelle costrizioni di una preordinata corrispondenza. Inarrestabilmente lavoro per smembrare la volontà e i suoi meccanismi di controllo. Lotto da decenni contro il pregiudizio che ha incensato per secoli questo infausto feticcio portatore di un’aggressività falsa diretta al possesso e alla produzione costruttiva. L’insignificanza di questi risultati è continuamente riconfermata con la forza del controllo e della repressione, con la riduzione del senso a mancanza di significanza e di libertà. Insisto su tutto ciò perché è un meccanismo che mi continua a catturare e che alimenta l’inquietudine che mi tiene desto. Pure essendo un meccanismo arido e unidimensionale, è dotato di molti aspetti e di molte e continue modificazioni. La libertà di cui fruisce la parola non è la libertà assoluta, questo lo so, ma non è neanche una delle libertà concesse nella modificazione produttiva, orribilmente deturpate dai limiti e dalle regole imposti dall’utilità dello scopo da raggiungere.
Questa potenza della parola contrassegna le sue condizioni di portanza nelle varie evoluzioni della vicenda nominativa, dove prende l’aspetto determinato del dire molte volte differente e molte volte ripreso e ricondotto al punto di partenza, movimento circolare che dà l’impronta fondamentale a tutta la vicenda della parola e che consente una continua perdita e un parimenti continuo ritrovamento del cosiddetto filo del discorso.
Contenuto del volume
Introduzione – L’ateismo di Paul-Henry Thiry d’Holbach – Il vero senso del Sistema della natura – Saggio di bibliografia generale su Paul-Henry Thiry d’Holbach – Saggio bibliografico delle opere di Paul-Henry Thiry d’Holbach

Alfredo M. Bonanno
I giovani in una società post-industriale

Opuscoli provvisori – 19
2009, pagine 78
- ESAURITTO -

Chi china il capo e acconsente di fronte al sopruso che irreggimenta, è l’ultimo uomo, l’ultimo scarto di un’umanità dolorante, l’erede di millenni di schiavitù. Io mi auguro che questa eredità non sia stata riscossa dai giovani a cui idealmente mi riferisco, e mi auguro che non vogliano portarla proprio ora all’incasso. Altri dovrebbero essere i proventi dei loro prossimi anni. Il desiderio, la creazione, il sogno, le remote e incomprensibili stelle, e perfino questa ormai piccola e agonizzante terra che ci ospita. Inventarsi la felicità, ecco un bel compito, non accettare livellamenti, neanche quelli che aiutano a passare il tempo trivializzandone il senso, banalizzandone il gusto. Ogni attimo della vita è degno di essere vissuto, non sprecato nella compassione di se stessi, nella esiguità dei bisogni di un essere amministrato ridotto a convivere con pregiudizi morali e rimpiccolimenti economici. Vivere una vita da piccoli insetti saltellanti in barocche evoluzioni di sopravvivenza significa non guardare avanti, significa mettersi sempre le mani in tasca per fare i conti della spesa, per evitare i pericoli e le sofferenze, accettare le regole di un edonismo da pagliacci tristi e ben pasciuti, contenti del pezzo di pane che il padrone getta loro di tanto in tanto.

Alfredo M. Bonanno
Errico Malatesta e la violenza rivoluzionaria

Opuscoli provvisori – 17
2009, pagine 76
– ESAURITO –
Ristampa in Piccola biblioteca n.1

Alfredo M. Bonanno
Errico Malatesta e la violenza rivoluzionaria

Piccola biblioteca – 1
2023, 2a ediz., pagine 66
euro 7,00

Questi interventi al Convegno anarchico su Malatesta del 2003 possono dare l’idea di come ogni tentativo di fornire giustificazioni o condanne riguardo il concetto di violenza rivoluzionaria sia fallito in partenza. Il mio sforzo non aveva, e non ha nemmeno qui, in questa sede, l’intenzione di fornire argomenti giustificativi alla violenza rivoluzionaria. Solo voleva, e continua a farlo, fornire un contributo al pensiero e all’attività rivoluzionaria di Errico Malatesta. Come tutti i veri rivoluzionari, non si curava di mettere ordine fra le sue carte e affrontava i problemi man mano che si presentavano nella realtà.
La guerra sociale continua, la violenza rivoluzionaria è soltanto l’espressione più immediatamente percepibile del suo svolgimento, non la sola e, sotto certi aspetti, nemmeno la più importante. Affido queste pagine all’attenzione del lettore. Ne faccia buon uso, ma non si aspetti da esse quello che non possono dare.
L’appuntamento più importante è sempre sulle barricate.
 
 

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Prossime uscite
Rudolf Rocker, Nazionalismo e cultura William Godwin, Ricerca sulla giustizia politica e sulla sua influenza su morale e felicità Pëtr Kropotkin, La conquista del pane Alfredo M. Bonanno, I giovani in una società post-industriale Alfredo M. Bonanno, Dal banditismo sociale alla guerriglia