Alfredo M. Bonanno
Teoria dell’individuo. Stirner e il pensiero selvaggio

Pensiero e azione – 7
2021, 4a ediz., brossura, pagine 385
euro 20,00

Un pensiero selvaggio, ecco ciò di cui abbiamo bisogno. Quello di Stirner è un contributo in questa direzione. Come tutti i contributi è soltanto un tentativo, non solo non arriva a conclusioni (e perché dovrebbe?) ma si costruisce da sé gli anticorpi per evitare di arrivarvi. E questo è il massimo segno dell’attitudine selvaggia.
Come trovarci nel mezzo della bufera? Ecco la domanda cruciale. Per quanti sforzi facciamo siamo sempre in avvicinamento, ci approssimiamo. Il salto vero e proprio è troppo traumatico per parlarne. Siamo fiduciosi che la verità di cui siamo fermamente convinti ci farà luce durante il cammino. Le illusioni tardano a morire.
Contenuto del volume
Introduzioni – Max Stirner, il filosofo de L’unico – Il riferimento a Hegel – Contributo a una lettura critica de L’unico – Individualismo e comunismo: una realtà e due falsi problemi – Il mostro in ognuno di noi – Oltrepassamento e superamento – Coerenza e incoerenza – Crisi e fallimento – Iconoclasti fino in fondo – Le paure del signor de Taillandier – L’antigiuridismo di Max Stirner – Un refrattario – La prima traduzione francese de L’unico – Individuo e diversità

Alfredo M. Bonanno
Max Stirner Seconda edizione riveduta e corretta con l’aggiunta delle Annotazioni di Bergamo

Pensiero e azione – 6
2012, 2a ediz. 1a rist., rilegato in tela, pagine 424
euro 20,00

La fondatezza delle proprie scelte, quella che viene fuori dalla cosiddetta autodeterminazione, il sogno di ogni buon anarchico con le carte in regola, è il risultato di un battibecco tra larve, viene alla luce di una vita effimera, riconforta perfino la ferocia di un pensiero massimalista, ma non è in grado di sollevarsi al di sopra dei propri limiti (e come potrebbe?). Quanti cantori del desiderio ho visto palleggiare terrorizzati fra le mani, nell’indecisione dell’attimo, l’improrogabile destino munito di miccia fumante.
Stirner è un feroce facitore di astrazioni, produce un meccanismo odioso di oggettive verificazioni, nessuno dei suoi lettori – nemmeno i critici più estremi – ha potuto trovare una falla in questo meccanismo. Ma alla fine, il critico più estremo è vittima delle sue stesse conclusioni. Giunti alla conclusione de L’unico ci accorgiamo che né lui, né noi, possiamo andare avanti. Il territorio che ci si apre è quello della desolazione, il territorio selvaggio dell’ “assolutamente altro”.
Contenuto del volume
Introduzioni – L’ambiente e la formazione filosofica di Stirner – Analisi dell’opera stirneriana – Il falso problema dell’individualismo – Stirner e l’anarchismo – Annotazioni di Bergamo [1989]

Victor Rudin
Max Stirner. Un refrattario

Opuscoli provvisori – 74
2015, pagine 78
euro 4,00

Fra i tanti equivoci che spesso mi sembra di cogliere nelle molte letture di Stirner che incontro qua e là, non solo equivoci scritti, che questi sono imeno pericolosi, giudicandosi da se stessi, ma equivoci pensati, cioè idee che ognuno si fa di quello che, secondo lui, ha scritto Stirner, mi sembra giusto riproporre la lettura di questo opuscolo, vecchio quanto si vuole ma sempre interessante.
Non che quanto qui scritto sia esente dalla tabe suddetta, solo che si tratta di considerazioni differenti, difatti non appartengono alla frettolosa, e volonterosa ma ottusa, lettura di tanti che vogliono vedere Stirner per quello che non fu mai,ma sollevano problemi esposti al sole decenni or sono e oggi racchiusi nei cassetti della memoria di coloro che hanno ancora il culto di quest’ultima dea.
Sottolineato, ma proprio in fondo, non in prima fila, il rapporto tra individualismo e comunismo, tra l’azione del singolo e l’azione cercata attraverso l’unione – provvisoria e non sigillata da alcuna bandiera – con altri compagni, altri individui, altri egoisti. Che importano le pretese definitorie?
E qual è il cemento di questa ricerca, se non quel l’affinità di cui tanti continuano a parlare e pochi a comprendere? E, ancora più oltre, il fondamento, la costruzione, impensabile, quell’informalità anch’essa deformata e vilipesa, fino a quando resterà tale, oggetto di vacui dibattiti e interessate malcomprensioni di perdigiorno?

Max Stirner
Il falso principio della nostra educazione Introduzione di Jean Barrué

Introduzione di Jean Barrué
Opuscoli provvisori – 40
2013, 2a ediz., pagine 64
euro 4,00

Se dobbiamo bruciare questo mondo vecchio e carico di melma politica, che bruci pure la cultura. Solo che per dar fuoco alle polveri non basta soltanto qualche sparuta cognizione di chimica o di balistica, non è solo un problema miltare e nemmeno, per quanto possa sembrare strano, un problema di cuore. È anche un problema di testa, quindi di agionamento, quindi, ancora e sempre, un problema di conoscenza, di cultura. La vecchia strega “ragione” tende i suoi artigli e cerca di ghermirci. Per non farci sorprendere impreparati dobbiamo rubarle il mestiere, entrare dentro di essa, impadronirci degli strumenti che possono servirci, buttare a mare il resto, per poi accingerci a fare esplodere tutto, quando sarà il momento opportuno, questa intollerante e quindi intollerabile società. Ma la cultura, che dobbiamo possedere se vogliamo ribellarci, non ce la fornisce la scuola, non è una cultura istituzionalizzata. La scuola ha l’eterno difetto di formare bravi e ubbidienti sudditi, lavoratori, funzionari, cittadini, tutto quello che volete, non ribelli. Eppure una cosa la fornisce, involontariamente, beninteso, fornisce occasioni. Mette cioè a disposizione, di chi sa sfruttarli, alcuni strumenti che possono essere un aiuto per andare oltre nell’esproprio culturale di cui, per orecchie aperte, stiamo parlando. E dello stesso argomento parla Stirner nel suo vecchio opuscolo. Non chiedere ma sottrarre per contrattaccare. Le barricate non si costruiscono con vecchie cianfrusaglie ma con nuove idee, questa è la vera dinamite dei cui bagliori si illumineranno le notti del futuro.

Max Stirner
Scritti minori Con l’aggiunta degli ultimi ritrovamenti

Biblioteca di Anarchismo – 16
2021, 2a ediz., pagine 312
euro 12,00

Questa raccolta viene pubblicata seguendo un criterio diverso da quello che John Henry Mackay applicò nella sua seconda edizione, quella del 1914. Ciò significa che essa si presenta in modo diverso anche dalla traduzione di Angelo Treves che segue strettamente l’ordine fissato da Mackay. In effetti quest’ordine aveva delle pecche considerevoli mettendo insieme scritti di grande importanza, frutto della riflessione filosofica di Stirner, con note redazionali e piccole cronache quotidiane che fanno parte del suo lavoro giornalistico. Eppure, anche in questi “pezzi” di scarso significato e di improbabile lettura si trovano importanti spunti. Il contenuto del volume, quindi, è stato diviso in tredici capitoli: I. Scritti sull’educazione e sulla scuola – II. Arte e religione – III. Scritti su Königsberg – IV. Alcune cose provvisorie sullo Stato fondato sull’amore – V. Recensione a I misteri di Parigi di Eugène Sue – VI. Risposte alle critiche mosse a L’unico e la sua proprietà - VII. Scritti su Bruno Bauer – VIII. Risposta di un membro della comunità berlinese alla lettera dei 57 ecclesiastici intitolata La festività domenicale. Parole d’amore ai nostri parrocchiani - IX. Il problema ebraico – X. Scritti sulla censura – XI. I “Liberi” – XII. Scritti vari – XIII. Ultimi ritrovamenti

Max Stirner
L’unico e la sua proprietà

Introduzione di Alfredo M. Bonanno
Biblioteca di Anarchismo – 8
2020, 4a ediz., pagine 338
euro 12,00

Nessun libro come questo ha forse meno bisogno di una introduzione. Si presenta da solo, come ogni libro maledetto che si rispetti. Ne consegue che molti, se non proprio tutti, prima di prenderlo in mano, oppure dopo averlo letto anche più volte con supponenza, credono di sapere la potenziale dirompenza contenuta nelle sue pagine. Non è così. E non è nemmeno questione di capire quello che Stirner dice, entrando fra la spesso non facile tecnica di datate discussioni filosofiche. Piuttosto si tratta di quello che uno intende fare della propria vita. Ebbene, può un libro avere a che fare con la vita di chi lo legge? Quasi sempre no, rarissimamente sì. L’“unico” è uno dei pochi casi in cui questa affermazione assume le caratteristiche di un estremo coinvolgimento. O questo c’è, penetrando fino in fondo, fino alle lacrime, nelle nostre miserie quotidiane, oppure è bene che riponiamo il libro nello scaffale da cui lo abbiamo improvvidamente prelevato.
 
 

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