Michèle Duval
I seguaci dell’amianto

Opuscoli provvisori – 89
2015, 2a ediz., pagine 80
euro 4,00

Il massacro è adesso visibile a livello mondiale. Sono perfino arrivate le condanne giudiziarie, per quel che valgono. I morti di cancro si contano a migliaia e i malati in procinto di morire sono altrettanti.
Non è tanto l’ottusità e la limitatezza degli scienziati che colpiscono – queste si conoscevano da sempre – quanto il cinismo dello sfruttamento senza limiti e senza pudore.
Si pensava scomparso per sempre il massacro dei bambini e delle donne nelle fabbriche dell’Ottocento, e invece continua. Non sono soltanto gli operai buttati al macello ma anche le loro famiglie, comunità intere corrono il rischio di morire per il guadagno tradizionale del 3%, senza pietà, fino all’ultimo uomo. In una società che innalza il pavese della democrazia e del perbenismo, persistono sacche di pirateria all’interno del meccanismo di sfruttamento. La responsabilità di questi estremismi non è soltanto della smania di guadagno di qualche esoso capitalista, ma è dell’intero sistema che rende possibile l’ipocrisia e l’imbroglio di qui il testo che presentiamo è un considerevole esempio. Basta pensare che è stato pubblicato per la prima volta nel 1977.
 
 

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